Giuseppe Corazzin. Promotore del sindacalismo cristiano

 1925-2025 nel Centenario dalla scomparsa

Cisl Veneto, Fondazione Corazzin, Terra Viva, Fondazione Fai Cisl, Fondazione Giulio Pastore

Organizzano il Convegno nazionale

lunedì 17 novembre 2025 alle ore 10,00

Auditorium Santa Caterina, Treviso

Giuseppe Corazzin, nato ad Arcade (Treviso) il 4 marzo 1890, a soli diciotto anni era già “propagandista” e poi segretario dell’Ufficio cattolico del lavoro, un percorso analogo a quello del giovane Giulio Pastore. L’ingiustizia che vedeva diffusa nelle campagne venete lo spinse a farsi promotore di leghe contadine di resistenza e a invitare i suoi coetanei a entrarvi e a «opporre se occorre lo sciopero all’esosità di un capitalista». Erano posizioni molto avanzate per l’epoca ma Corazzin poteva contare sull’appoggio del suo vescovo mons. Andrea Giacinto Longhin. Così, nel 1910, anticipando i tempi, fondò a Cittadella il primo sindacato interdiocesano dei lavoratori della terra. Dopo l’interruzione dovuta alla chiamata alle armi, in Libia e nella Grande Guerra, Corazzin riprese l’azione sindacale dando vita alla Federazione Italiana Lavoratori Agricoli. Trasferitosi a Milano nel 1917, acquisì subito la fiducia del Cardinal Andrea Carlo Ferrari e rafforzò il legame con Achille Grandi e Giovanni Battista Valente contribuendo alla fondazione della Confederazione Italiana del Lavoro (Cil) di cui assunse la carica di vicesegretario. Ben presto, alla prospettiva di diventare un dirigente nazionale, preferì l’obbedienza al suo vescovo che lo chiamò a occuparsi dei contadini trevigiani martoriati dalla guerra.
Nel 1920, al pari di quelle di Guido Miglioli a Cremona, le lotte delle leghe bianche da lui promosse a Treviso ebbero risonanza nazionale. Vennero firmati contratti che miglioravano le condizioni di vita dei lavoratori, sino a che la reazione fascista si abbatté inesorabile su di loro. Il giornale da lui diretto, Il Piave, fu devastato, e lui stesso ferocemente aggredito.

Fu tra i primi a capire le nefandezze del fascismo e ad accusare fin da subito Mussolini di essere il responsabile del delitto Matteotti. Sconfitti i sindacati liberi dalla reazione fascista, si adoperò per trovare lavoro ai suoi contadini nelle terre bonificate dell’agro romano, assistendoli assiduamente fino a trascurare la propria salute. Morì il 18 novembre 1925 a soli 35 anni.

Con il patrocinio: PROVINCIA DI TREVISO, COMUNE DI ARCADE

ARCHIVIO PER LA STORIA DEL MOVIMENTO SOCIALE CATTOLICO IN ITALIA “MARIO ROMANI”  scarica il programma

leggi anche: Il centenario della scomparsa di Giuseppe Corazzin, Il Popolo veneto 17/10/2025
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