[ Collana FGP ]
Da figli di un dio minore a protagonisti della partecipazione: storia della FILCA, la federazione delle costruzioni e del legno della CISL / Giuseppe Vedovato. 2. ed. Milano: Franco Angeli, 2010. 397 p.: ill. (FGP. Storia del lavoro e del sindacato; 8).
La nuova edizione della storia della Filca, la Federazione dei lavoratori delle costruzioni e del legno della CISL, costituisce un aggiornamento del percorso compiuto dalla associazione a partire dal primo congresso del 1959: i “figli di un dio minore” si trasformano in protagonisti della partecipazione, raggiungendo risultati insperati sia in termini di rappresentanza che di tutele dei lavoratori. Vengono ricostruite le vicende della Filca, ispirandosi esplicitamente ad una chiave interpretativa – quella elaborata da Mario Romani – fondata su solidi riferimenti culturali autonomi e non sulla precomprensione ideologica del fenomeno sindacale, o tanto meno, su intenti celebrativi. tanto meno, su intenti celebrativi. L’autore mette in luce, sulla base di una vasta documentazione archivistica e di un attento confronto con la storiografia specifica, come la Filca abbia saputo, nell’arco di più di cinquant’anni di attività, raccogliere e sviluppare, coniugandole creativamente – anche se non sempre in modo lineare e talora al prezzo di forti conflitti interni – sia la tradizione del solidarismo mutualistico della Cgdl riformista (casse e scuole edili), sia l’impianto fortemente innovativo e partecipativo propugnato dalla Cisl di Pastore e Romani. Non si può spiegare altrimenti lo straordinario trend associativo di lungo periodo di tale federazione, sia in valori assoluti, sia in rapporto alla Fillea – Cgil, la quale, secondo i dati forniti dalle stesse casse edili, sta addirittura per essere superata in un settore nel quale aveva sempre vantato un’egemonia che sembrava inattaccabile. Anche nella Cisl del resto, la federazione degli edili e del legno ha visto crescere in modo rilevante, specie nell’ultimo ventennio, il proprio peso e la propria influenza, tanto da diventare, se non un “modello” da seguire, almeno un punto di riferimento “forte” anche per le altre federazioni dell’industria, e non solo.